LA TERRA CHE CI ACCOGLIE E I SUOI FRUTTI

IL TERRITORIO

“La natura mette a nostra disposizione tutte le sfumature, i toni, gli aromi, i contrasti, i profumi. Poi, la genialità è di saper combinare il tutto perfettamente.”

– D. Foulon –

TERRA

LE RADICI

Monteodorisio è un piccolo e grazioso paese adagiato sulle colline della provincia di Chieti, in un luogo che non potrebbe che definirsi magico: da un lato il mare azzurro dell’Adriatico e dall’altro la maestosa Majella: solo chi vive qui può capire cosa voglia dire sentirsi accolti in questo naturale abbraccio.

Antico borgo medievale, “Mons Oderisi” vantava 13 castelli quando divenne proprietà del conte dei Marsi Oderisio da cui trae il suo nome.

Ne rimane in piedi uno di antica origine normanna, poi divenuto proprietà dei conti dei Marsi ed infine dei D’Avalos che regnarono in queste zone fino alla caduta del feudalesimo nel 1806.
Il Castello d’Avalos oggi appare come una dimora gentilizia, sede anche del Museo del Costume Locale, e vi assicuriamo che vale la pena visitarlo.

Ma qui si trova anche un importante meta religiosa della zona: il Santuario della Madonna delle Grazie.

Si tramanda che nel 1866 durante dei lavori al muro di una vecchia chiesa, iniziò a sgorgare dell’acqua che curava chiunque la bevesse. Da quel momento iniziarono pellegrinaggi di infermi e credenti verso la fonte curativa e, grazie alle offerte dei devoti, nel 1895 fu consacrato questo stupendo santuario.
Ogni anno si festeggia i primi di settembre, insieme ad una bellissima fiera.

Il mare a pochi km è quello stupendo che bagna la costa di Vasto e dintorni.

Che sia estate o inverno una passeggiata a Punta Penna vale sempre la pena: riserva naturale, una delle dieci spiagge più belle d’Italia, i trabocchi che fanno capolino sulla scogliera adiacente al porto e la montagna che nei giorni di aria tersa spunta da dietro la scogliera di Punta Aderci … che altro aggiungere per descrivere un posto così bello e suggestivo?

La Costa dei Trabocchi si estende da qui fino ad Ortona e caratterizza in maniera così forte il litorale della provincia chietina: antichi strumenti di pesca utilizzati da contadini e allevatori della zona, che come ragni giganti presidiano la nostra costa.

I trabocchi sono diventati negli ultimi anni una delle mete turistiche principali della regione attirando un gran numero di visitatori sia per ammirarli e fotografarli, sia per provare l’emozione di mangiare all’interno di uno di essi.

Ma la vera meraviglia è quella di trovarsi in un punto in cui si arriva in circa un’ora e mezza su una delle montagne più belle dell’Appennino centrale: la Majella.

Situata nel basso Abruzzo, al centro del Parco Nazionale della Majella tra le province di Chieti, Pescara e L’Aquila, può essere sicuramente considerata una delle mete ideali per le vostre vacanze in montagna poiché offre esperienze per visitatori di ogni età e gusto:

dagli amanti del trekking o dello sci, o anche semplicemente per coloro che vanno alla ricerca dei luoghi storici culturali unici come quelli presenti sul suo territorio, come i celebri eremi del Papa Celestino V.

ABRUZZO

Viviamo in un luogo unico, che amiamo
e che vogliamo valorizzare e far
conoscere in tutto il suo splendore.

OLTRE IL MONTEPULCIANO C’È DI PIÙ

VITIGNI

Abruzzo e viticoltura sono da sempre un binomio inscindibile, una regione vocata per natura a questa coltivazione le cui origini risalgono all’età del Bronzo o addirittura del Ferro.

La produzione di vino si inscrive dunque nel dna degli abruzzesi e nel nostro, una declinazione naturale di un territorio che vanta una grande biodiversità sia per i vitigni autoctoni d’Abruzzo sia per quelli di importazione.

È infatti caratterizzato da un terreno particolarmente adatto con le dolci colline dell’entroterra vastese che scendono fino alla costa, protetto dalla Majella e coccolato dal Mar Adriatico, questa zona gode di un ottimo microclima con importanti escursioni giorno – notte, nonché giusta insolazione, buona piovosità e giusta ventilazione.

Una storia lunga 50 anni quella della denominazione di origine del Montepulciano, che però non può ridurre la storia di un popolo e del suo vitigno principe solo a questi anni.

Un percorso difficile che non ha fermato il popolo abruzzese, i produttori, i vecchi e i nuovi, gli operatori del settore che lavorano e continuano a lavorare per portare in alto il nome del Montepulciano e del suo Abruzzo.

Il principale vitigno è sicuramente il Montepulciano d’Abruzzo: autoctono, a bacca nera, D.O.C., è il principe indiscusso della nostra regione. Usato in passato come vino da taglio, è stato rivalutato dagli anni ’90 conquistando la sua giusta importanza nel panorama dei vini italiani.

Dal color rubino, con sfumature violacee, strutturato, giustamente acido e tannico, è il signore dei rossi abruzzesi. Da questo vitigno si produce anche il vino Cerasuolo d’Abruzzo D.O.C., tramite una vinificazione in bianco, dal colore rosa, con sentori di ciliegia e piccoli frutti rossi.

Il Trebbiano è un altro dei grandi vitigni autoctoni abruzzesi, bianco, D.O.C. dal colore giallo paglierino.

Molto diffuso nel centro Italia fin dall’epoca dei romani, è un vino da grandi produzioni, declinabile in svariati modi dato il suo sapore delicato e non invadente, in Abruzzo sicuramente caratterizzato da un gusto più intenso, vellutato con note fruttate e floreali.

Il Pecorino sempre originario del centro Italia, anch’esso coltivato da tempo immemore, trova in terra d’Abruzzo un clima e un terreno ideale. Una leggenda vuole che il suo nome derivi dalla pratica della transumanza:

le greggi di pecore passavano di qui a metà settembre quando l’uva era matura e dolcissima, e ne andavano ghiotte. A bacca bianca, I.G.T., abbastanza sapido e acido, con una struttura che si fa sentire, aromatico e dai sentori erbacei.

Il vitigno Passerina, tipico delle zone tra Marche ed Abruzzo, è di abbondante produzione. Se veniva usato in passato come vino da taglio, oggi è stato rivalutato e viene vinificato in purezza.

Dagli acini piccoli e bianchi, il vino si caratterizza per un colore giallo limone con note verdi, ha un sapore aromatico ma delicato, fresco al palato e gradevole.

Syrah o Shiraz non è un vitigno autoctono d’Abruzzo, nè italiano, ma è stato introdotto dalla valle del Rodano ad inizio ‘800 per diffondersi poi maggiormente in Toscana e in Sicilia.

Una scommessa averlo introdotto nel nostro territorio, molto sensibile allo stress idrico ma davvero affascinante per il vino che se ne produce: ha un colore rosso scuro tendente all’inchiostro, un sapore inconfondibile dalle note del pepe e del cioccolato, speziato, tannico e di buon corpo. Davvero interessante.

SENTIAMO PARLARE DI VINI VERI, SIGNIFICA QUINDI CHE CI SONO VINI FALSI?

Sentiamo parlare di vini naturali e ci chiediamo: esistono vini non naturali?